La letteratura dei popoli anglosassoni pullula di miti e narrazioni leggendarie che narrano di gesta eroiche e avventure fantastiche. Molte volte la mitologia crea la base per la storia dell’umanità e, anche nel caso del Beowulf, parliamo delle fondamenta della società anglosassone.
Il Beowulf è un’opera epica di autore sconosciuto, datata intorno al secolo VIII e costituito da oltre 3000 versi che lo rendono l’opera più lunga della cultura anglosassone.
Lo scritto è contenuto all’interno del codice poetico del Cotton Vitellius ed è scritto in una variante sassone occidentale, definita anche inglese antico. Il manoscritto è conservato nella British Library ed è ancora oggi oggetto di studio delle discipline filologiche.
Il poema, in principio senza titolo, prende il nome dal protagonista Beowulf e la trama si basa sullo scontro epico tra il mostro e l’eroe per la salvezza dell’umanità intera.
L’incipit prevede la costruzione di una gigantesca dimora sede del re danese Hrothgar, ben presto minacciata dalle grinfie di Grendel il cosiddetto “vagabondo delle marche”, un mostro sanguinario con le sembianze di un troll, creatura appartenente alla mitologia nordica. Grendel ben presto si addentra nella reggia e sconvolge la quotidianità della popolazione quando, ogni notte, miete vittime al suo passaggio.
Il re danese è disperato ed è proprio in quel momento che a corte fa la sua comparsa Beowulf, il nipote del re dei Geati: un giovane uomo potente con una statura e una forza sovrumane paragonabili a quelle di un gigante.
Seguono quindi eventi sanguinosi e violenti: Beowulf affronta il mostro Grendel a mani nude e riesce a strappargli un braccio facendolo così perire.
Ma il pericolo è sempre dietro l’angolo: mentre a palazzo si festeggia la salvezza, il regno viene scosso da un altro orribile attacco, quello della madre del mostro, l’Orchessa. Ancora una volta Beowulf, questa volta con l’aiuto di una spada forgiata da divinità e adatta solo alle mani del gigante, riesce ancora una volta a trionfare e a recidere il capo della creatura, símbolo della sua vittoria.
Le sue gesta prodigiose vengono celebrate da tutti e, per ringraziarlo, Beowulf verrà eletto re dei Geati e regnerà per cinquant'anni.
L’epilogo del poema epico è inaspettato: nei suoi lunghi anni di dominio, il regno verrà attaccato da un drago, il Lindworm. Beowulf, ancora una volta, prende in mano le redini della situazione e si offre come volontario per uccidere il nemico. Quest’ultimo verrà sconfitto, ma il protagonista morirà nell’ucciderlo diventando leggenda.
La lotta con il drago si ispira alla storia cristiana della guerra tra il drago stesso e San Giorgio e sarà d’ispirazione per la letteratura successiva.